Paola Arena aka PIMP MY MAG: nuove frontiere espressive con una precisa politica del colore.
Paola Arena e il suo progetto PIMP MY MAG, che abbiamo amato dal primo sguardo.
Ho lavorato come Graphic Designer, Social Media Manager e Fashion Stylist.
Ho una formazione accademica in Comunicazione, orientata alla Sociologia dei Consumi, Fashion Marketing e Styling & Editing per la Moda. Considero PIMP MY MAG (rielaborazione a mano di copertine o sessioni fotografiche di importanti fashion magazine internazionali, ndr) come la perfetta sintesi per il mio percorso personale, accademico e professionale.
Quel che dico sempre è che ogni pezzo che creo è contemporaneamente un’estensione del passato - da dove vengo e cosa ho imparato - così come una preview del futuro, della direzione in cui sto andando e della meta che vorrei raggiungere.
PIMP MY MAG mescola fotografia, styling, moda e pittura per dare vita a qualcosa di nuovo che sia la summa di tutti questi elementi, contenendoli in sé a allo stesso tempo superandoli per andare oltre, verso qualcosa che non c’era prima e che non era nemmeno contemplato.
Si innesca così un nuovo processo creativo, che a sua volte potrebbe, potenzialmente, innescarne altri all’infinito.
Hai scelto di tornare nella tua Calabria: cosa comporta, di fatto, questa decisione sul piano organizzativo e creativo?
E' vero, da qualche anno sono tornata a vivere in Calabria, dopo un po’ di tira e molla con Roma. Avevo bisogno di tempi più lenti e più lunghi, di spazi meno affollati e viste più ampie, e soprattutto avevo bisogno della vicinanza al mare, che ho scoperto essere vitale per me. Mi riconcilia col mondo, mi calma e mi da energia. Mi aiuta a ricalibrare il mio punto di vista, dare nuovo ordine ai pensieri e nuova luce alle cose. La sua mutevolezza, la sua superficie a volte liscia a volte increspata, mi ispira forme e colori.
Questa dimensione di vita più semplice mi consente di essere più intimamente connessa coi mie pensieri, senza eccessive distrazioni. Mi centra, mi consente di rimanere in sintonia con la mia creatività, permettendomi di starle dietro; poi, altrettanto importante, ci sono anche un po' di noia e nostalgia, che mi permettono di darle sfogo e di nutrirla, cercando nuove ispirazioni dove forse prima non avrei nemmeno cercato. È come se in generale adesso avessi il tempo di guardare le cose con occhi diversi e, contemporaneamente, da varie angolazioni. E' il vantaggio della provincia.
Per PPPattern hai creato tre soggetti differenti, con una specifica "politica del colore".
I tre soggetti esprimono al meglio due aspetti diversi del mio stile. Da un lato ci sono MESS e PAINT che richiamano le pennellate corpose, la materia che rende pesante la carta, che ha caratterizzato il cambio di rotta stilistico con il quale sono approdata a uno stile decisamente più astratto e materico rispetto ai miei inizi più figurativi. Dall’altro, POP OSTRICH che invece da voce al mio lato più “grafico”: linee morbide, tratti semplici e netti, colori pieni, zero sfumature, superfici piatte e liscissime.
La palette di colori (ogni soggetto ha tre varianti cromatiche) è composta da quelli che sono i “miei” colori, gli accostamenti proposti sono quelli che potrei usare nel vestirmi ogni giorno, chi mi conosce lo sa, e mi riconosce immediatamente in quelle combinazioni di colore. Il colore per me svolge una funzione espressiva fondamentale.
I tuoi progetti per il prossimo futuro.
Sto cercando di dare forma a tutti gli stimoli che si sono sedimentati e stratificati nella mia mente. Sto sperimentando le forme ed i colori che sento più miei, proponendo cose a volte un po’ diverse tra loro ma che sento comunque appartenermi, nelle quali, scorrendo il mio feed a ritroso, scorgo tracce di me, dei miei primi esperimenti, delle mie elucubrazioni mentali e delle mie astrazioni, del percorso che mi ha portato fino all’ultimo lavoro pubblicato. Spero davvero che queste tracce siano evidenti anche a chi mi segue e assiste a questa lenta evoluzione. Nonostante Instagram promuova l’adesione a un format stilistico molto preciso e riconoscibile, io non riesco ancora a definirmi all’interno di un unico segno, forse non ci riuscirò mai anche per indole ed instabilità emotiva.
Il desiderio è quello di riuscire a mettere insieme, all’interno di un unico artwork, tutti i tratti che hanno contraddistinto fino ad ora i miei lavori, una sintesi delle mie diverse anime stilistiche: la pennellata grezza, la macchia di colore ruvida, corposa e materica, la cui vista balza alla pelle come una sensazione tattile, fisica, e la campitura di colore pieno, liscia, piatta, coprente, altamente pigmentata.